Epitaphs for the Human Artist
Nella cultura classica, l’epitaffio era un discorso commemorativo eseguito da un oratore in onore degli eroi di guerra, mentre nella poesia moderna ha iniziato ad acquisire la forma di un breve testo utilizzato come descrizione sepolcrale, diventando una vera
e propria forma letteraria usata non solo dai parenti dei defunti,
ma anche da artisti, intellettuali e poeti per glorificare ciò che veniva fatto durante la vita di colui che morì.
Avanzando l’ipotesi che l’artista-umano possa essere sostituito
in un futuro prossimo dalla macchina e che l’avanzamento tecnologico segnerà la fine dello scrittore e dell’artista così come oggi lo intendiamo, Numero Cromatico pone la questione
del futuro dell’artista umano all’interno di una società in cui le tecnologie che simulano le attività cerebrali umane stanno diventando sempre più raffinate.
Il progetto Epitaphs for the Human Artist riprende la forma letteraria dell’epitaffio per decretare la morte dell’artista umano. Attraverso un generatore di testi (progettato in collaborazione con il Professor Simone Rebora - Università degli Studi di Verona) basato sulle Reti Neurali Artificiali, il gesto intimo della commemorazione del defunto - intrinseco alla forma letteraria dell’epitaffio - è qui rimandato alla macchina che, simbolicamente, congeda dal mondo dei vivi l’artista-umano, decretandone la fine.
La stampa del libro d’artista è stata realizzata in collaborazione con La Legatoria, Roma.
[dal testo del catalogo della mostra
Re:Humanism 2 - Re:define the Boundaries].